Certe volte, nella vita, si tratta solo di fermarsi un secondo ed osservare; anzi osservarsi.
Si tratta di momenti dilatati nello spazio e nel tempo, di situazioni, di ambienti, di persone e di cose. Si tratta di tutto quello che abbiamo intorno e del senso che acquisisce con noi, al centro. Proprio di questo si tratta: il significato che diamo a ciò che ci circonda e la capacità che abbiamo di plasmarne il senso.
In fondo è un gioco, un esercizio solitario e soggettivo; privato - profondamente privato.
Non credo sia sempre possibile dare un senso al nostro “contorno” e tantomeno a noi stessi in esso. Talvolta la situazione scappa di mano e ci troviamo a fare parte di qualcosa che forse, non ci appartiene fino in fondo o che dovrebbe appartenere a qualcun altro. Non per incapacità o per destino avverso, ma semplicemente perché è così che vanno le cose.
Talvolta è necessario semplicemente fermarsi, osservarsi, girarsi di 180° e continuare per una nuova strada abbandonando completamente il contorno che ci aveva accompagnato fino a quel momento e dedicandoci ad orizzonti che un giorno forse ci apparterranno e nei quali saremo in grado di fonderci.
Fermarsi, osservarsi, girarsi di 180° e ripartire…