Talvolta capita di vivere alcuni momenti, alcune esperienze, e sentire di viverli per davvero quasi fungessero da strumento per farci percepire la vita stessa.
Momenti limpidi e puri di consapevolezza del proprio essere.
Esperienze che vanno oltre quanto ci si sarebbe potuti aspettare, non perché consistano effettivamente in qualcosa di particolare in sè ma perché rappresentano qualcosa di particolare per noi in quel momento ed in quel luogo.
Vissute da altri potrebbero anche risultare banali, ma questo, in fondo, non conta. Fa semplicemente parte del diverso modo di essere delle persone.
Ho vissuto uno di questi momenti sui fianchi di una delle montagne più belle - ed imponenti - che abbia mai avuto occasione di vedere, di esplorare, di percepire.
Per la prima volta mi sono rapportato ad una montagna con questo stile di salita e mai avevo faticato tanto in tutta la mia vita; mai mi era capitato di dover tornare indietro a causa del pericolo di non tornare affatto; mai mi era accaduto di dover legare reciprocamente la mia vita - in modo tanto stretto - a quella di altre persone.
Momenti di questo genere fanno percepire le cose in modo leggermente, seppur totalmente, diverso.
Nel bene o nel male ti mettono di fronte ai tuoi limiti; al fatto che pensavi di poter dare di più, al fatto che non pensavi di poter dare tanto.
Avevi mai pensato di poter arrampicare per diciotto ore e sedici minuti senza sosta?
Non lo avevo neanche mai potuto immaginare…
Cambia l'ordine delle idee e con esso cambia la percezione delle cose che ti circondano, la fatica diventa relativa almeno fino a quando la soglia di resistenza è ancora alta.
Poi pensi di non essere mai stato così stanco e malridotto nella tua vita; tutto crolla diventando freddo e stanco. In fondo soddisfacente.
Le tue sensazioni sono un concentrato di impotenza e soddisfazione, autostima e sereno fallimento.
Pensi di essere davvero misero e ti chiedi se anche gli altri si sentano così; pienamente svuotati.
Momenti che servono a farti capire che in fondo si può anche andare oltre e che, al di là di quell' "oltre", ci sia ancora qualcosa.
Momenti che servono a farti capire che forse spesso il limite è più un concetto psicologico che un'effettiva realtà fisica.
Attimi che stravolgono il concetto di successo e fallimento al punto da farti rendere conto che non sei tu padrone di quel gioco ma che comunque, in fondo, ti è dato di giocare.